Uno dei modi migliori per immagazzinare il ricordo di un momento effimero ed evitare che svanisca nella nostra memoria è la fotografia. Questo è un aspetto che uno studio di ricerca e design di Barcellona ha preso in considerazione per creare un progetto battezzato Synthetic Memorie, nel quale combinare l’intelligenza artificiale con i ricordi degli anziani come María, una donna di 84 anni che ha vissuto a Barcellona negli anni ’40, durante l’era di Franco.
Lo studio si chiama Streaming di dati domesticied è fondato da David Garcia, che ha iniziato questo progetto dopo aver lavorato per un’organizzazione che si occupava del reinsediamento di famiglie di rifugiati siriani e dopo che una donna gli ha confessato di temere che i suoi figli, rifugiati fin da piccoli, dimenticassero la loro provenienza.
Per questo motivo, David ha voluto utilizzare l’intelligenza artificiale generativa per convertire i ricordi di Maria, così come quelli di altre persone anziane, in istantanee che possano rimanere sempre presenti. L’obiettivo, come spiega lo studio nella pagina del progetto, è quello di creare “un’esperienza visiva passata che potrebbe essere sbiadita, cambiata o dimenticata nel tempo”.
Descrivere i ricordi a un’IA per trasformarli in fotografie
Per fare questo, e secondo i responsabili del progettohanno utilizzato un intervistatore che chiedeva ai partecipanti di parlare di ricordi o eventi vissuti quando erano più giovani. L’intervista comprendeva anche un ingegnere incaricato di catturare questi ricordi in una prompt per chiedere a diversi modelli di intelligenza artificiale, come DALL-E, di creare un’immagine a partire da essi.
Tutto ciò è stato fatto in tempo reale, in modo che le persone potessero vedere l’immagine e correggere i diversi elementi che continuavano a ricordarese nell’immagine era giorno o notte, se si trovavano in interni o in esterni, se una persona era più alta dell’altra, e così via.
È interessante notare che i responsabili del progetto hanno lavorato meglio con modelli che non generavano immagini così realistiche. per un semplice motivo: alcuni ricordi erano sfocati o poco dettagliati, il che impediva a chi guardava le fotografie di concentrarsi su dettagli che in realtà non esistevano.
Oggi il progetto, che ha ricevuto finanziamenti dalle Nazioni Unite e da aziende come Google, sta lavorando con le comunità di migranti e rifugiati di tutto il mondo con l’obiettivo di ricreare le fotografie che le persone hanno dovuto lasciarsi alle spalle.